Ogni
progresso deriva sostanzialmente da una profonda insoddisfazione e la nostra
insoddisfazione è legata al fatto che percepiamo questo modello di sviluppo
come profondamente insostenibile.
Tale
insostenibilità trova la sua ragion d’essere, da un lato, in una scarsa
lungimiranza dal momento che a lungo termine questo modello non valuta
attentamente il crescente consumo energetico, di risorse e di territorio, che è
oggettivamente eccessivo e fuori scala e, dall’altro, da una immensa
concentrazione per cui pochi soggetti, di fatto, detengono il controllo di
quegli stessi fattori sui quali si basa questo modello (energia, ma anche
produzione alimentare e gestione del potere economico e finanziario).
Si
viene cosi a creare una profonda contraddizione: alta connettività ed estesa
rete di contatti soprattutto virtuali a livello globale, profondamente
‘in-grid’, ma al contempo una concentrazione, mai avuta prima nella storia, di
elementi di controllo e di distribuzione di ciò che sostanzia questa nostra società
(energia, cibo, cultura, finanza, etc…).
E’
importante notare anche che questi nodi, sui quali si concentra cosi tanto
potere, godono di una assoluta extraterritorialità, per cui sono in tutti luoghi e da
nessuna parte contemporaneamente.
Ecco,
il nostro obiettivo è quello di ridare territorialità concreta e diffusa a
questi nodi e ciò lo si può fare costruendo modelli totalmente off grid per quello
che riguarda la produzione di energia, cibo, mobilità, gestione del territorio,
facendo forza ed utilizzando al contempo la grande opportunità di essere in
rete per scambiarsi idee, proposte, intuizioni, soluzioni.
Da
lungo tempo la FDS si sta occupando di questo: da innovativi impianti di
compostaggio, a progetti che vedono la partecipazione attiva dei cittadini alle
scelte strategiche e di bilancio dei territori, dalla costruzione del primo
idrogenodotto in area urbana quale elemento di approvvigionamento energetico
sostenibile e diffuso, fino al box off-grid, una piccola struttura modulare che
permette ad ogni unità abitativa di essere staccata da ogni rete, producendo la
propria energia da fonti rinnovabili, ma anche di essere indipendente dal punto
di vista della mobilità, capace di utilizzare le acque reflue o l’idrogeno per
cucinare. L’off grid box, come primo passo concreto in direzione di un più
ampio paradigma che prevede, in futuro, di rendere intere comunità a bollette
zero e a zero emissioni e comunità consapevoli e responsabili del loro ruolo
attraverso la partecipazione diretta dei cittadini.
La
off-grid Accademy vuole essere dunque il luogo in cui concentrare ed anche
mettere in rete, tutte le migliori pratiche che vanno nella direzione
dell’autoproduzione energetica, alimentare, di mobilità ed anche di gestione
sociale. Un luogo dove anche riscoprire e riattualizzare antiche competenze e
conoscenze che rischiano altrimenti di scomparire, ma che sono fondamentali
per disegnare questo nuovo paradigma se, come sosteneva Orwell, chi ‘controlla
il passato, controlla anche il futuro’. Un luogo capace anche di fare
educazione per i più piccoli con la Off-Grid Academy for Kids, perché pensiamo
che un bosco forte nasce a partire da buoni semi.
Il
19-20-21 ottobre prenderà allora il via questo percorso e lo si avvierà per
prima cosa coinvolgendo una serie di persone che, in maniera partecipata,
definiranno i moduli formativi, i temi, i nodi da attivare, i soggetti da chiamare
per dare gambe a questa scommessa che vorrebbe partire dall’estate prossima.
Lo
iniziamo a Capraia perché è già un’isola ed anche simbolicamente reca con sé
importanti implicazioni rispetto all’idea finale, cioè quella di comunità
off-grid. Lo facciamo a Capraia, che è all’interno del Parco nazionale
dell’arcipelago toscano, perché vorremmo dimostrare che è possibile rendere
off-grid anche altre isole, con questo risparmiando e salvaguardando
l’ecosistema.